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mercoledì 25 luglio 2012

I Within Temptation vestono Jan Boelo


La band symphonic rock Within Temptation ha iniziato a lavorare insieme al fashion designer olandese Jan Boelo. Il designer ha annunciato che sta lavorando sulla progettazione dell'abbigliamento dei Within Temptation per il lancio della sua nuova linea di abiti "JAN BOELO Running into Headlights" all'Amsterdam Fashion Week.

La cantante dei Within Temptation, Sharon Den Adel, è stata coinvolta nel processo di design. "I disegni di Jan sono duri, ricercati e audaci, ma eseguiti con classe e uno stile riconoscibile e unico. Questo è qualcosa che parla di noi e si adatta alla band e alla musica molto bene" dice la Den Adel.



"Gli show dei Within Temptation sono impressionanti e hanno un impatto enorme. Questo è qualcosa che mi ispira come designer. Poter lavorare con la band e progettare i loro abiti è fantastico." dice Boelo.

I membri della band indossano già alcuni dei suoi lavori sui palchi dei festival estivi in tutta Europa quest'estate. La band e Jan Boelo prevedono di completare tutti i progetti prima dello show del 15esimo anniversario dei Within Temptation, il 13 Novembre 2012 allo Sportpaleis di Anversa.





Jan Boelo:








lunedì 23 luglio 2012

Make Up Ethics

Dopo la mia lunga assenza torno con un argomento un po' spinoso: lo status "etico" delle varie case cosmetiche. Con questo post non pretendo di essere esauriente, spero solo di darvi qualche spunto per riflettere sul problema e qualche strumento per saperne di più.

Recentemente ha avuto luogo una polemica abbastanza violenta causata dalla dichiarazione, poi ritirata, della Urban Decay. Il marchio fin qui cruelty free aveva infatti deciso di iniziare a vendere in Cina, Paese che obbliga ad eseguire test sugli animali per poter mettere in commercio prodotti cosmetici all'interno dei propri confini (attenzione quindi: qualunque marchio venda in Cina difficilmente sarà al 100% cruelty free).

Si parla spesso di test sugli animali o meno, e questo è un primo problema. Il secondo problema, la cui soluzione non va però di pari passo con il discorso sui test, riguarda le componenti animali o chimiche più o meno tossiche utilizzate nelle formulazioni dei prodotti. E' quindi difficile fare un elenco univoco di prodotti che siano "buoni" sia dal punto di vista della salute che dal punto di vista dell'etica anti-vivisezione.

Il primo termine chiave della nostra analisi è "cruelty-free": senza crudeltà, ossia senza test sugli animali. L'ente di riferimento per l'Italia è la ICEA, l'Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale. Esistono però anche altre associazioni, come il comitato VIVO, che forniscono autocertificazioni gratuite.
Il discorso sulla certificazione è abbastanza complesso: non esiste infatti una legge che imponga di specificare in maniera univoca e chiara l'utilizzo o meno degli animali nei test. I test sugli animali infatti non sono del tutto illegali, così come non è illegale utilizzare derivati animali nei prodotti. Si tratta di un problema "soltanto" etico e la scelta di prendere posizione da parte di produttori e consumatori è del tutto libera.
Tutti i cosmetici davvero non testati sugli animali dovrebbero avere un marchietto che li contraddistingue, un coniglietto che saltella circondato da stelline cadenti.




Il problema sorge quando il marchio non c'è. Alcuni produttori infatti rispettano gli standard ma non lo espongono, altri non rispettano gli standard ma utilizzano giri di parole come "cosmetici finiti non testati sugli animali", o anche semplicemente "cosmetici non testati sugli animali": questo significa infatti soltanto che il prodotto finito, ovvero il cosmetico vero e proprio, non è testato sugli animali...ma non esclude al 100% che i singoli ingredienti siano stati o siano attualmente testati. 

I veri marchi cruelty-free garantiscono invece che gli ingredienti e i prodotti finiti non siano testati, ma anche qui c'è un piccolo problema, forse solo una sottigliezza: è ovvio che molti ingredienti, anche se non attivamente testati dalla casa cosmetica, siano stati in passato testati sugli animali. Immagino che ad esempio tutti i vari pigmenti colorati siano stati - diciamo 20 anni fa? - testati, ora non lo sono più ma comunque si portano dietro questa "eredità" non proprio pulita.




                                          Source: designfetish.org via Camila on Pinterest


Nota bene: "cruelty-free" non vale solo per i cosmetici, ma anche per i prodotti di cura del corpo e dei capelli, i prodotti per l'igiene di adulti e bambini, i prodotti per la casa, i profumi.
Inoltre certi marchi, pur essendo di per sè cruelty-free, appartengono a gruppi o multinazionali che sperimentano sugli animali (o adottano altre pratiche poco etiche ad esempio nella gestione delle risorse umane).  

Altre informazioni qui: http://www.gocrueltyfree.org/shopper e http://www.lav.it/index.php?id=718.

Altro discorso va fatto per il termine "vegan" che si riferisce a prodotti adatti a vegani, ossia a coloro che escludono qualunque derivato animale dal loro stile di vita. Un prodotto vegan sarà dunque anche cruelty-free, ma non viceversa, dato che un prodotto cruelty-free può comunque contenere prodotti animali come miele e latte.

A questo punto si presenta l'altro problema, ossia la questione sull'affidabilità a livello di salute dei vari ingredienti cosmetici: spesso, per sostituire i componenti animali, vengono usati siliconi e componenti chimici vari.


                                               Source: nytimes.com via Asya on Pinterest


Qui trovate un elenco della maggior parte degli ingredienti usati in cosmetica e affini: 
http://www.biodizionario.it/

Di nuovo è importante fare delle distinzioni: ad esempio i siliconi, che spesso sono indicati qua e là come il male assoluto, sono invece consigliati dai dermatologi in inverno poiché formano uno "scudo" contro i danni del freddo...del resto prodotti come le creme solari, che tutti consigliano vivamente di usare anche durante l'anno, sono zeppi di sostanze chimiche, i famosi "filtri solari". Fanno eccezione le creme solari pensate appositamente per i bambini molto piccoli: ne esistono infatti di contenenti filtri "fisici" e non chimici, che ostacolano fisicamente l'assorbimento degli UV da parte della pelle.

Concludo con una piccola lista dei miei marchi cruelty free preferiti (non tutti, solo quelli che compro e che trovo buoni):
- Urban Decay (mi piacciono moltissimo gli ombretti e le matite)
- Obsessive Compulsive Cosmetics (anche Vegan, e tra poco in vendita anche da Sephora)
- L'Erbolario (mi piacciono le creme per il corpo e i profumi, spesso sanno proprio di fiori, e non di profumazioni complicate...)
- Lush (naming fantastico, i prodotti non sempre sono all'altezza dei costi ma gli ingredienti e la manifattura sono controllatissimi, equosolidali e non inquinanti, grazie anche all'assenza di packaging)
- Sugarpill (alcuni ombretti sono anche vegan - non riporta però il logo del coniglietto...)ù
- Illamasqua (anche i loro fornitori sono tenuti a non sperimentare sugli animali; mi permetto di aggiungere che Illamasqua sostiene una fondazione (Sophie Lancaster) che difende i diritti di chi appartiene a minoranze culturali e viene per questo discriminato, e condivide inoltre una politica della bellezza basata sull'identità personale, cosa per me importante almeno quanto l'essere cruelty free: il mondo della bellezza spesso è crudele anche con gli esseri umani, prima di tutto ci spetta di essere human friendly, non dimentichiamocelo)
- YesToCarrots (prodotti per la pulizia e cura del corpo, hanno anche prezzi ragionevoli, shampoo e balsamo per capelli trattati sono ottimi, e anche qui l'opzione human friendly - con la scelta di non utilizzare prodotti chimici pericolosi e di alimentare il Seed Fund)


martedì 3 luglio 2012

Video tutorial by Simone Simons (makeup look)



Girando per il tubo ho finalmente trovato un video tutorial realizzato dalla stessa Simone Simons che periodicamente sul suo blog Smoon'Style ci aggiorna sui suoi makeup look (e non solo).
L'unico ingrediente che mancava era, appunto, vederglieli realizzare, vi lascio finalmente a questo video, sperando che sia il primo di una lunga serie :)




Prodotti utilizzati:
1. Madmoiselle Eyecolor (pesca-champagne)
2. Splendid Eyecolor (oro con sfumature nere)
3. Sweet Cheek Rouge (rosa)
4. Clock Waterproof Eyeliner nel colore Midnight (nero)
5. Pretty Amazing Lipgloss colore Farbon Exsuberance (lampone)







Un bacio a tutti, se c'è qualcuno, e alla prossima! :)







lunedì 2 luglio 2012

Sharon Den Adel makeup tutorial estate 2012




Un paio di tutorial per realizzare un makeup sui toni dell'azzurro, simile a quello di Sharon Den Adel nell'ultimo concerto dei Within Temptation (Rock The City 2012 - Romania).

Enjoy and kisses :)








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